La malattia di Alexander (AxD) è una leucodistrofia che colpisce principalmente gli astrociti ed è causata da mutazioni autosomiche dominanti a carico del gene della proteina fibrillare acida della glia (GFAP). Attualmente vengono utilizzate tre classificazioni principali, quella tradizionale che si basa sull'età di esordio, e due più recenti entrambe basate sulle caratteristiche cliniche all'esordio e sui reperti della risonanza magnetica dell’encefalo.
In questo studio, sono stati inclusi retrospetticamente pazienti con malattia di Alexander geneticamente confermata, ad esordio pediatrico. Sono stati arruolati 21 pazienti italiani, dei quali sono stati rivalutati tutti i dati clinici e radiologici. I partecipanti sono stati suddivisi sulla base dei sistemi di classificazione attualmente in uso. Sono stati analizzati qualitativamente i dati relativi al neurosviluppo e al deterioramento neurologico, al fine di identificare le possibili traiettorie di evoluzione della malattia nel tempo.
Un paziente ha manifestato la forma di malattia di malattia ad esordio neonatale, con evoluzione rapida fino al decesso entro il secondo anno di vita (Tipo Ia). 16 pazienti hanno presentato, invece, la forma ad esordio infantile: in 5 di loro (qui definiti come Tipo Ib) era presente un ritardo dello sviluppo e il deterioramento ha avuto inizio entro i 5 anni di vita. Un secondo gruppo (Tipo Ic) ha incluso pazienti con ritardo dello sviluppo neuromotorio che hanno iniziato a peggiorare dopo i 6 anni di età. Infine, un terzo gruppo (Tipo Id) ha compreso pazienti che hanno presentato un ritardo dello sviluppo e sono poi rimasti clinicamente stabili oltre l'adolescenza. In 4 pazienti, l'età all'ultima valutazione non ha permesso di accertare se appartenessero al Tipo Ic o Id, poiché in quel momento erano troppo giovani per valutarne il declino neurologico.
4 pazienti hanno presentato la forma giovanile di malattia: hanno avuto un normale sviluppo neuromotorio, in assenza o con solo lieve disabilità cognitiva; la successiva evoluzione clinica è stata simile al sottotipo Ic in 2 pazienti, al gruppo Id negli altri 2.
In conclusione, i risultati dello studio confermano quanto precedentemente descritto relativamente alle caratteristiche cliniche all'esordio; sulla base, invece, dei dati di follow-up sembrerebbe possibile una classificazione dei pazienti con Malattia di Alexander di tipo I in quattro sottogruppi (Ia, Ib, Ic, Id). Ulteriori studi saranno necessari per confermare questi risultati e per evidenziare meglio l'esistenza di fattori prognostici clinici e neuroradiologici in grado di predire la progressione di malattia.
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